Il lungo periodo dell'emergenza Covid- 19 ha avuto l'effetto di rilanciare gli strumenti di giustizia rapida in modo da evitare i lunghi e defaticanti processi civili che, tra l'altro, proprio la pandemia ha contribuito a bloccare del tutto. Mediazione civile e arbitrato, istituti già esistenti, hanno infatti avuto un'improvvisa spinta causata proprio dai danni economici prodotti dal lockdown.
Solo a Roma, la crescita della mediazione da maggoi ad oggi è stata del 40%, secondo Alesandro Antonucci, responsabile dell'organismo Mediatori Professionisti Roma.
"Una serie di obbligazioni contrattuali fra imprese, dagli affitti di locali commerciali o di impianti produttivi al rapporto con i fornitori sono entarte in crisi per l'impossibilità di rispettarle" spiega l'avvocato Alberto Maria Mauri, titolare dello studio Mauri & Partners e presidente di Arca, l'associazione romana mediatori e arbitri. "Basti pensare alla lunga fliera dell'auto: il concessionario non può pagare l'affitto perchè non ha potuto vendere le macchine, ma il proprietario vuole i soldi lo stesso; il produttore non ha potuto vendere le macchine e così non ha potuto pagare i fornitori, che a loro volta non hanno potuto rispettare le loro obbligazioni." (...)
La massa di contestazioni rischiava di intasare i Tribunali per gli anni a venire: "Per questo il Governo è intervenuto con il decreto legge n. 28 del 30 aprile 2020, convertito nella legge n. 70 del 25 giugno, dando l'indicazione di esperire la mediazione civile per tutte le "obbligazioni contrattuali". Una materia che, fino a questo punto, non era tra quelle comprese nell'obbligo di mediazione."Ciò significa che ora le parti devono cercare, prima di andare in tribunale, di trovare un accordo in mediazione, un istituto che può essere svolto sia da strutture pubbliche, che private. (...)
Finora la mediazione è stata vista da molti avvocati come fumo negli occhi: poichè il procedimento deve durare al massimo tre mesi e si conclude con un accordo, i tariffari non possono essere quelli di un processo che dura anni e anni in tribunale.
"Causa che pende, causa che rende", si dice fra gli avvocati. Per questo la mediazione non è mai veramente decollata: dopo aver raggiunto i 196 mila casi nel 2015, successivamente c'è stata una discesa fino ai 148 mila del 2019. Ma ora le cose sono cambiate. Un po' perchè i tariffari sono stati in questi ultimi anni ritoccati all'insù, un po' perchè il Covid-19 ha bloccato i tribunali per molti mesi o anni.
"E anche adesso che formalmente hanno riaperto dal primo luglio- racconta l'avvocato Gianni Giangreco Marotta, presidente dell'Ica (International chamber of arbitration, www.ica.center), di fatto le cencellerie lavrorano a mezzo servizio e molte cause sono state rinviate al 2021, ma anche al 2022 o addirittura al 2023". Guadagnare lo stesso, anche senza cause in tribunale, è diventato un must per gli avvocati. La verità è che sembra ci si trovi di fronte ad un cambiamento epocale di paradigma: poichè così tanti rapporti contrattuali finiranno in mediazione è possibile che gli avvocati, invece che seguire le lunghe procedure in tribunale, peraltro rinviate alle calende greche, imparino ad aiutare i clienti a trovare un equo compromesso. (...)
Anche l'arbitrato sembra essere sempre più gettonato. Quest'ultimo è una procedura scelta dalle parti per evitare di finire in tribunale all'insorgere di una controversia grazie a una "clausola compromissoria" inserita nel contratto. E sempre più spesso si inseriscono le cosiddette "clausole multistep", che prevedono prima una mediazione e poi l'arbitrato."
Forse sarà così che le imprese, alla ricerca di una giustizia rapida ed efficace, risolveranno in futuro le loro controversie, semplicemente bypassando i tribunali. Fra le novità portate dal Covid-19 c'è anche il rilancio della mediazione telematica, procedua dove i vari attori, compreso l'avvocato, si vedono soltanto sul web.
"La medazione in modalità telematica- spiega l'avvocato Mario Dotti di Milano- era presente sin dagli anni 90, ma era poco usata. Il lockdown ha spinto verso l'utilizzo di questa procedura, e il governo ha fatto la sua parte autorizzando di fatto ogni tipo di piattaforma, mentre prima alcuni organismi di mediazione usavano soltanto piattaforme specifiche pre-approvate."
Articolo tratto dal quotidiano "La Repubblica"